UN GRANDE MICOLOGO: GIACOMO BRESADOLA                        

                                                                                                            5 luglio 2006

 

 

Nel nostro Paese non si può parlare di funghi senza ricordare l’abate Giacomo Bresadola, nato il 14 febbraio 1847 a Ortisè, in provincia di Trento.

Visse con semplicità e modestia, dedicandosi al suo grande amore per le scienze ed alla sua fede di sacerdote.

Fu riconosciuto come uno dei più grandi micologi del mondo ed infatti il misterioso regno dei funghi e delle crittogame per lui non ebbe segreti.

La sua opera maggiore, “Iconographia mycologica”, è il suo monumento. Opera portata alla stampa dalla sezione lombarda della Società Botanica Italiana, era composta di sedici volumi: alla morte del Bresadola ne mancavano sei al compimento e questi furono portati a termine dal Prof. G. B. Traverso grazie alla collaborazione della Società Botanica Italiana ed al Museo di Storia Naturale di Trento.

 

 

La prima monografia del Bresadola sui “funghi tridentini” attrasse subito l’attenzione degli scienziati specializzati sull’allora giovane prete cappellano a Magras, piccola frazione del Comune di Malè (Trento). Seguirono ben sessantatre pubblicazioni, oltre a numerosi studi particolari che esaminarono la flora micologica di tutto il mondo.

Quando nel febbraio del 1927 venne festeggiato il suo ottantesimo compleanno gli pervennero attestazioni di ammirazione e di affetto dai più grandi esponenti della scienza micologica mondiale.

 

 

Morì a Trento il 10 giugno 1929 come sempre era vissuto, nel pieno dei suoi studi prediletti.

La maggioranza degli italiani quando era in vita lo ignorò, come avviene per tutti i grandi intellettuali che - vivendo nell'austerità del loro pensiero scientifico -  non hanno tempo né volontà di esibirsi in pubblico ma la notizia della sua scomparsa ebbe vasta risonanza tra tutti i cultori delle scienze naturali.

 

 

 

 

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