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L’IDEATORE DEL TERMINE “BIOLOGIA” 1 FEBBRAIO 2007
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Il termine Biologia deriva dal greco “Bios” (vita) e “Logos” (discorso). Fu utilizzato per la prima volta alla fine del XVIII secolo dal “naturalista” francese Lamarck; con questo termine egli volle indicare lo studio dei fenomeni che si rilevano in tutti gli esseri viventi e che costituiscono la base della vita. Dunque la biologia è la scienza della vita.
Jean – Baptiste Pierre Antoine de Monet cavaliere di Lamarck nacque il primo agosto 1744 a Bazentin – Le Petit, Piccardia, villaggio del nord della Francia, undicesimo ed ultimo figlio di una famiglia con lunghe tradizioni militari; il padre e diversi fratelli furono soldati, mentre Jean – Baptiste fu destinato alla carriera ecclesiastica. Nel 1756 entrò nel seminario dei gesuiti ad Amiens, ma morto il padre abbandonò il seminario e si arruolò nell’esercito francese, dove sotto il comando del duca di Broglie partecipò nel 1761 alla campagna di Germania, nella quale si distinse per il suo valore e fu pertanto promosso ufficiale. A fine campagna si stabilì a Parigi e per un breve periodo lavorò come impiegato in una banca.
Nel 1765 iniziò gli studi di medicina, meteorologia e botanica; in breve tempo divenne un esperto botanico, tanto che il naturalista e scrittore francese George Louis Leclerc conte di Buffon (1707 – 1788) sostenne la sua nomina come aiuto botanico al “Jardin des Plantes”, famoso giardino botanico nonché importante centro di formazione e ricerca medica e botanica. Nel 1781, in qualità di insegnante privato del figlio di Buffon, Lamarck visitò con questi l’Olanda, la Germania e l’Ungheria. Nel 1793, in piena rivoluzione francese, il vecchio Jardin des Plantes ed il Musèe National d’Histoire Naturelle vennero riorganizzati ed affidati a dodici professori, componenti di altrettanti campi scientifici; Lamarck chiese di partecipare in qualità di docente di botanica, ma fu invece nominato nel 1794 professore di storia naturale nel campo degli “invertebrati”, materia che per lui era pressoché sconosciuta. Dunque all’età di cinquant’anni Lamarck si immerse in lunghi e approfonditi studi degli animali senza vertebre, campo in quell’epoca poco considerato e praticamente sconosciuto dal lato scientifico.
Lamarck riuscì così a sviluppare un nuovo campo biologico, quello degli “invertebrati” (a tale riguardo la parola stessa “invertebrati” fu ideata da Lamarck). Egli si appassionò a questa nuova scienza ed iniziò a pubblicare importanti ed innovative opere, tra le quali la classificazione dei molluschi, separando i crostacei, le aracnidi e gli anellini dagli insetti. Le sue opere più rilevanti furono nel 1788 “Flore française”, dove espose il metodo da lui immaginato delle chiavi dicotomiche per la classificazione delle piante; nel 1809 “Philosophie zoologique”, in cui evidenziò le sue ipotesi sulla teoria evoluzionistica conosciuta come “Lamarckismo”; dal 1815 al 1822 “Histoire naturelle des animaux sans vertèbres”, la sua opera di maggior prestigio, composta di sette volumi nella quale vi è la prima e dettagliata suddivisione degli invertebrati.
Nell’introduzione delle opere “Philosophie zoologique” (Filosofia zoologica) e “Histoire naturelle des animaux sans vertèbres” (Storia naturale degli animali senza vertebre) Lamarck rese nota la sua teoria del trasformismo, fondata sulla variabilità delle specie sotto l’influenza delle cause esterne; per questo egli venne legittimamente considerato come uno dei grandi precursori di Charles Robert Darwin (1809 – 1882). La teoria immaginata da Lamarck - il “Lamarckismo” appunto -, secondo la quale le specie si trasformano e danno origine a specie nuove per azione diretta delle cause esterne (ossia per adattamento all’ambiente), differisce dal “Darwinismo” in quanto non ammette l’intervento della selezione naturale.
Nonostante le imponenti opere realizzate ed il lavoro svolto da Lamarck durante la sua vita, egli non divenne mai popolare; le sue teorie sull’evoluzione furono fortemente avversate dai grandi naturalisti della sua epoca, come il sommo naturalista Georges Leopold Chretien Frèdèric Dagobert Cuvier (1769 – 1832), autore della grande opera “Regne animal distribuè d’après son organisation” pubblicata nel 1817 che gli valse la nomina di gran ufficiale della “Lègion d’honneur”. Cuvier non volle mai accettare le teorie evoluzionistiche di Lamarck e, pur rispettando i suoi lavori sugli invertebrati, usò la sua notevole influenza scientifica per screditarle. La vecchiaia di Lamarck – oltre ad essere rattristata dalle feroci critiche riguardanti le sue teorie – fu una lotta continua contro la povertà e l’infermità; verso il 1820 perse progressivamente la vista e trascorse i suoi ultimi anni cieco. Consolato ed accudito dalla devozione delle sue figlie, si spense in assoluta povertà a Parigi il 28 dicembre 1829.
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