IL GIARDINO     

                                                                                                     17 LUGLIO 2007

 

 

Il giardino è da tempo immemorabile una delle grandi delizie dell’uomo.

Gli orientali, che vantavano giardini meravigliosi, li chiamavano “paradiso”.

Sapere in quale periodo del passato gli uomini incominciarono a circondare di piante e fiori le proprie dimore è molto difficile. A questo proposito Teocrito (310 – 250 a.C.) in un suo idillio, il quindicesimo, ci parla del giardino delle “Siracusane alla festa di Adone”, dove descrive le cerimonie alessandrine celebrate nel palazzo di Arsinoe, moglie di Tolomeo II Filadelfo (308 – 246 a.C.).

 

 

 

Diodoro Siculo (I secolo a.C.) e Strabone (63 a.C. – 24 d.C. ca.) ci parlano dei famosi giardini pensili di Babilonia: essi consistevano in una base quadrata, con tanti piani sovrapposti che andavano restringendosi a forma di piramide. Ognuno di questi piani conteneva una larga aiuola ripiena di piante rare, di fiori profumati e di alberi da frutto; una viale sufficientemente spazioso seguiva l’andamento dell’aiuola stessa ed una sorta di parapetto decorato serviva d’appoggio e d’orientamento. I vari piani erano collegati da gradinate e vi erano appositi canali nascosi nei muri che convogliavano tra le piante le acque dell’Eufrate per irrigarle.

 

 

Pare che gli antichi giardini che circondavano i templi e le residenze reali fossero composti con siepi di bosso ed altri arbusti; si soleva creare figure irregolari che cercavano di dare a queste piante varie forme convenzionali. Questo ci dice come l’uomo, prima di imitare la natura, abbia cercato di dominarla.

Ciò perdurò fino all’ultimo periodo della dominazione romana: sappiamo che l’arte del giardiniere in quell’epoca consisteva soprattutto nel saper imitare al meglio con le piante forme di mostruosi animali e figure mitologiche: nell’entrare in un giardino a quei tempi era facile imbattersi in un cerbero dalle fauci spalancate oppure in un Ercole armato della formidabile clava. Giardini eseguiti con molta abilità nei cespugli di bosso e di tasso.

Pensiamo cosa dovevano essere le fastose ville di Lucio Licinio Lucullo (114 – 57 a.C. ca.), generale romano noto per le sue enormi ricchezze ed il gusto fantasioso che fece edificare dimore sontuose nei pressi di Napoli e di Tuscolo.

 

Marco Tullio Cicerone (106 – 43 a.C.), il più grande oratore romano, come è noto possedeva parecchie residenze fastose in Arpino, suo luogo nativo, a Pompei, a Gaeta, a Formia, sul lago Lucrino, a Pozzuoli, ad Astura, sul Tuscolo e ad Anzio.

 

Ma le ville dei Cesari eclissavano ogni altra dimora: fu in particolare sotto Traiano (53 – 117) e Publio Elio Adriano (76 – 138) che l’arte di realizzare palazzi di campagna con marmi preziosi, abbelliti con pergole e porticati interamente rivestiti di piante, ebbe il maggiore fasto.

 

 

 

 

 

 

Le celebri rovine della Villa Adriana di Tivoli, residenza favorita dell’imperatore Adriano, ci narrano di statue, vasi, monumenti, templi per ricordare i paesi vinti.

 

 

 

 

In particolare l’ornamento più rilevante dei famosi giardini dell’epoca erano le statue, di enorme valore artistico: si trattava di prede di guerra, come la pregevole statua greca di Apollo. E’ noto infatti come da Roma ad Anzio in quei tempi era un susseguirsi di famose ville patrizie con magnifici giardini popolati di statue preziose, come la “Fanciulla di Anzio”, rinvenuta nel 1878 presso la Villa Imperiale di Nerone ad Anzio ed esposta al Palazzo Massimo alle Terme di Roma.

Con la decadenza di Roma anche i giardini persero la loro magnificenza artistica, per divenire “giardini barocchi”: alle statue di grande valore artistico subentrarono le imitazioni dei busti dei proprietari intagliate nei bossi e nei mirti, oltre ad altre bizzarrie.

 

 

La passione per le belle ville circondate da giardini ricchi di piante rare si ridestò in Italia nel XV e XVI secolo con il risveglio delle arti, della letteratura classica e delle scienze naturali. Tutto questo portò ad imitare la grandiosità delle ville romane e gli incomparabili giardini adiacenti.

 

 

 

 

Nel 1542 il Cardinale Ippolito II d’Este iniziò la costruzione della sua sontuosa villa a Tivoli. Il Cardinale Pietro Aldobrandini nel ‘600 dà inizio alla costruzione della sua villa, a tutt’oggi ancora indicata come Orti Vitelli.

 

 

 

 

 

 

Continuarono i Borghese, nobile famiglia romana, con il Cardinale Scipione Borghese che nel 1600 fece edificare Villa Borghese con un superbo giardino composto di prati, boschetti, fontane e statue; Villa Borghese divenne proprietà del Comune di Roma agli inizi del XX secolo.

 

 

 

 

 

 

 

Ricordiamo inoltre la superba Villa Lante della Rovere a Bagnaia, presso Viterbo, una delle maggiori realizzazioni del Cinquecento italiano.

 

 

 

 

 

 

Tra i principali giardini dell’epoca risorgimentale và citato il giardino di Boboli a Firenze, famoso per le sue macchine idrauliche che mettevano in movimento un’infinità di giochi d’acqua.

 

 

 

 

 

 

Altre famose ville fiorentine da annoverare tra le più degne di nota sono quella di Poggio Imperiale fatta edificare da Cosimo I  de’ Medici(1519 – 1574), primo Granduca di Toscana per opera del Papa Pio V nel 1569. Villa Mattei, edificata nel 1581. Villa Baudi, degli Alighieri, con un ampio e bel giardino. Villa Corsini, appartenuta prima che alla Famiglia Corsini a personaggi illustri come Lorenzo il Magnifico. Palazzo Pandolfini, con il suo ricco giardino.

 

 

 

 

 

I rinomati Orti Oricellari, che ospitarono personalità quali Niccolò Machiavelli e Papa Leone X.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le Cascine, la cui costruzione venne iniziata da Alessandro e Cosimo I de’ Medici nel 1563 e che attualmente con i suoi 160 ettari è il più grande parco pubblico di Firenze.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tra le ville ed aree romane da menzionare vi sono Villa Albani, edificata sulla via Salaria per il Cardinale Alessandro Albani dal celebre architetto Carlo Marchionni.

 

 

 

 

 

 

 

 

Villa Medici, uno dei più raffinati e salottieri luoghi del passato, di proprietà delle Famiglie più note, come i de’ Medici e i Lorena, finché nel 1803 Napoleone Bonaparte ne prese possesso e vi trasferì l’Académie de France a Roma.

 

 

 

 

 

 

 

 

Villa Doria – Pamphilj, sontuoso edificio cui collaborò per la decorazione l’Algardi, oggi museo comunale. Il Palazzo del Quirinale, sede del Presidente della Repubblica Italiana, la cui costruzione fu commissionata nel 1583 da Papa Gregorio XIII e per la cui edificazione furono chiamati nel tempo nomi illustri, come il Bernini.

 

 

 

 

 

 

 

 

Il celebre parco del Pincio con le sue ville che coronarono Roma.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I Giardini Vaticani, celebri in tutto il mondo e che proprio nel Rinascimento si popolarono di statue antiche e delle prestigiose fontane che contribuiscono correntemente alla fama di questi superbi giardini.

 

 

 

 

 

Una menzione particolare merita la sopra citata Villa Aldobrandini di Frascati, forse la villa tuscolana maggiormente rappresentativa e rinomata. Nell’ampio e particolare giardino si poteva ammirare una delle più belle cascate d’acqua del Lazio. Di questa villa ci dice il Roda che l’amore per la simmetria fu spinto agli estremi; le aiuole, le gradinate e le balaustre che si trovano da un lato vennero riprodotte con esattezza millimetrica anche dal lato opposto.

 

 

 

 

Nel ‘700, periodo colto e raffinato, tutta l’Italia “vestiva” di bellissimi ed invitanti giardini. Tra quelli storici vogliamo ricordare le ville del Lario sul lago di Como.

 

 

 

La rinomata Villa Olmo di Como, commissionata dal Marchese Innocenzo Odescalchi e costruita su una proprietà del XVII secolo denominata “dell’olmo” per via di un albero secolare oggi non più esistente; ospitò tra i personaggi più illustri il Generale Giuseppe Garibaldi e dal 1982 è la sede del Centro Volta, presso cui si svolgono manifestazioni scientifiche di importanza nazionale ed internazionale.

 

 

 

Venezia possedeva tra i tanti il bellissimo giardino di Villa Querini, del Senatore Querini Altichiero ed il giardino presso Strà di Villa Pisani, poi incorporato nella dotazione della Corona.

 

 

 

 

 

 

Villa Pisani è una costruzione monumentale, la principale villa tra quelle della Riviera del Brenta e fu persino di proprietà di Napoleone nel 1808, nonché luogo d’incontro tra Hitler e Mussolini ed ispirazione per un romanzo di Gabriele D’Annunzio, “Il Fuoco”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Restando nella Regione Veneto, merita un cenno il Giardino Giusti, a Verona, progettato come cornice del Palazzo Giusti; fu creato alla fine del 1400, ma la struttura attuale, a seguito della ristrutturazione del 1930 necessaria dopo gli scempi della seconda guerra mondiale, richiama l’aspetto che il Giardino acquistò nel 1570. Celebrato nei secoli da personaggi illustri quali Cosimo de’ Medici, l’Imperatore Giuseppe II, Goethe e Mozart, vi si possono attualmente ammirare reperti romani, pregevoli statue, monumentali cipressi, collezioni di fiori ed un piccolo labirinto tra i più antichi d’Europa. Per la sua storia e fascino l’incantevole Giardino Giusti è stato dichiarato Monumento nazionale.

 

 

 

 

Ed ancora la Lombardia con le sue belle ville patrizie: la strada che da Milano conduceva a Como attraverso la fertile e verdeggiante Brianza era un susseguirsi di ville con ampi giardini; le rive del Lario e del Verbano erano una continua visione di parchi.

 

 

 

Da visitare sono sicuramente i giardini di Villa Taranto, a Pallanza, sul lago Maggiore, tra i più importanti giardini d’Italia, realizzato dal Capitano Neil Mc. Eacharn e che attualmente può vantare un patrimonio botanico estremamente vasto ed un afflusso considerevole di visitatori italiani e stranieri.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nominiamo inoltre il lago di Garda, dove a Sirmione si possono ammirare i resti del Palazzo di Catullo e a Gardone il Vittoriale di D’Annunzio ed il giardino botanico di Arturo Hruska, attuale giardino botanico Fondazione Andrè Heller.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Passando poi al Piemonte citiamo i celebri Giardini Reali della Venaria, voluti dal Duca Carlo Emanuele II di Savoia che ancora oggi rappresentano una scenografia ambientale ed architettonica di grande fascino.

 

 

 

 

 

 

 

I Giardini di Stupingi con la loro magnificenza di alberi secolari.

 

 

 

 

 

Il Parco Reale di Agliè, con giardini all’italiana ed all’inglese ed il cui castello era un’antica residenza sabauda.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il Parco del Valentino, simbolo della città di Torino.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ricordiamo infine i giardini della riviera ligure da Mentone a Genova; i giardini in stile classico di Napoli e dei suoi dintorni, tra i quali il magnifico Parco della Reggia di Caserta; la Sicilia con La Favorita di Palermo ed il suo giardino botanico ricco di piante tropicali.

 

 

 

 

 

 

Questo elenco, che se completo sarebbe interminabile, è il nostro omaggio all’Italia del passato: un luogo splendido, glorioso e raffinato nel quale a tutt’oggi non vi è angolo dove non esista il ricordo di ville sontuose con magnifici giardini che furono celebri in tutto il mondo.

 

 

 

 

 

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