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In Italia i terreni agricoli planiziali, collinari e montani incolti ed abbandonati - pertanto “non produttivi” - sono circa 2.000.000 di ettari. Circa il 40% di questi (per caratteristiche pedologiche, climatiche e per localizzazione) sono utilizzabili come piantagioni arboree ed arbustive da ceduazione finalizzate alla costruzione di bancali (pallet), imballaggi ed alla produzione di truciolato, cellulosa e combustibile naturale.
L’arboricoltura “agroecologica” da ceduazione può dare un ragguardevole apporto alla riduzione dell’inquinamento atmosferico, con conseguente miglioramento dell’ambiente. Tale apporto deriva da un rilevante dato scientifico: un impianto arboreo delle dimensioni di un ettaro finalizzato alla sopra citata produzione assorbe, durante il periodo vegetativo di dieci anni, circa 96.000 kg di anidride carbonica e contemporaneamente emette un quantitativo pressoché pari di ossigeno. Inoltre sviluppare questa “tipologia produttiva” comporta un impiego di circa 8.000 unità lavorative. E’ dunque facilmente intuibile l’enorme beneficio che l’arboricoltura agroecologica in oggetto può produrre per l’intera collettività.
E’ però necessario porre in evidenza che - in rapporto ai tempi e quantitativi di produzione - il reddito non è molto elevato, pertanto per stimolare ed incentivare questo tipo di arboricoltura (che oltretutto permette il recupero di terreni altrimenti abbandonati) sono necessari supporti finanziari da parte dell’Unione Europea, dello Stato e delle Regioni.
Tempi e quantitativi di produzione
La maturazione del
legname utilizzabile in modo ottimale per la costruzione di bancali
(pallet) ed imballaggi, nonché per la produzione di truciolato,
cellulosa e combustibile naturale, avviene fra i 10 ed i 15 anni in
terreni planiziali e di leggera collina (fino a 300/400 m. di
altitudine), mentre in terreni d’alta collina e di montagna (da 400 a
1500 m. di altitudine) la maturazione avviene fra i 15 ed i 20 anni.
Le piante che vegetano in aree planiziali e di leggera collina sono ceduabili ogni 10/12 anni; quelle che vegetano in alta collina e nelle zone montane sono ceduabili ogni 15/20 anni. Il numero di ceduazioni può variare da un minimo di 8/10 ad un massimo di 15/18 nell’arco dell’intero ciclo produttivo.
I quantitativi di legname ottenibile ad ogni ceduazione possono variare da un minimo di 400 mc. per ettaro ad un massimo di 700 mc. per ettaro. Il grande divario dei quantitativi produttivi deriva da molteplici fattori, quali la fertilità e l’ubicazione del terreno, le specie arboree ed arbustive utilizzabili, l’andamento climatico nel periodo vegetativo, ecc.
Si impone una precisazione: i tempi “minimi” di maturazione ed i quantitativi “massimi” di produzione si possono ottenere esclusivamente se le pratiche colturali sono eseguite con perfetto tecnicismo e con materiale d’impianto altamente selezionato.
Specie arboree di maggior interesse
Nel nostro Paese il legname finalizzato alla costruzione di bancali (pallets), imballaggi ed alla produzione di truciolato, cellulosa e combustibile naturale è ricavato da numerose specie arboree ed arbustive. Di queste, poche unità appartengono alle gimnosperme (conosciute più comunemente come Conifere), mentre il numero maggiore appartiene alle angiosperme (comunemente dette Latifoglie).
Il legname di maggior interesse per l’arboricoltura agroecologica da ceduazione finalizzato alla costruzione e produzione in oggetto si ottiene dalle seguenti specie:
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